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L’industria audiovisiva sulla via dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale

Su Variety VIP si riassume un’analisi di Goldman Sachs del sondaggio dell’US Census Bureau degli Stati Uniti sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale (non solo generativa) in vari settori industriali, concentrandosi sul settore “Arts, Entertainment and Recreation”.

Il primo dato interessante è che, a differenza di altri comparti, negli ultimi mesi NON vi è stato un aumento nell’adozione dell’IA. Questo dipende dall’ostilità, dalle proteste, dagli scioperi e in generale dal sentimento negativo su queste tecnologie che si è diffuso nel settore.

Ma entrando più nel dettaglio, si scopre che il sotto-settore “Film e musica” è ai primi posti nell’utilizzo di IA, con un notevole incremento previsto per i prossimi sei mesi.

L’IA generativa viene sperimentata da filmmaker e case di produzione grandi e piccole ma si deve scontrare con una specie di “stigma” ideologico, onestamente poco giustificato, di una parte del pubblico. Basta inserire anche solo un paio di immagini sintetiche (per esempio di un poster in una cameretta) perché si venga additati come profanatori della sacra creatività umana.

In un altro articolo di Variety VIP si individuano due tipologie di intelligenza artificiale, predittive e “generative”, utilizzate e utilizzabili nello sviluppo di progetti audiovisivi attraverso tecniche di simulazione. Nella prima modelli di machine learning sono già utilizzati per analizzare (molti) dati e costruire previsioni sul successo di un progetto o nei sistemi di raccomandazione per gli utenti. Nel secondo, l’IA generativa può intervenire nel ciclo di sviluppo del progetto consentendo di generare testi, immagini, video, suoni che aiutano nell’ideazione e nel raffinamento dell’idea progettuale.

Insieme possono velocizzare il ciclo, come schematizzato nell’immagine.

Immagine tratta da Variety VIP