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L’IA sulla Croisette, tra apocalittici e integrati

Il festival di Cannes di quest’anno è un termometro sull’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificiale nel settore cinematografico.

Da una parte abbiamo ancora il “freddo glaciale”, i timori per questa tecnologia e le proteste contro chi la utilizza. Registi e autori devono scusarsi pubblicamente se inseriscono non solo una scena ma anche un elemento, come un poster, sospettato di essere generato con l’IA. Gli ultimi casi, l’horror “Late Night With the Devil“” e il fanta(?)-politico “Civil War“. Una “caccia alle streghe sintetiche” degna di un McCarthy redivivo.

Ma, come fa notare David Defendi, sceneggiatore e startupper francese su Hollywood Reporter, ““produttori, scrittori, tutti usano l’intelligenza artificiale, ma hanno paura di ammetterlo pubblicamente.” In pratica, è più un problema di pubbliche relazioni che tecnologico” aggiunge David Stripinis, veterano degli effetti speciali.

La temperatura diventa più sopportabile quando vedono la luce lavori in cui l’IA viene utilizzata senza timori. E’ il caso del biopic “Putin” del regista polacco Besaleel il cui il volto del despota russo è ricostruito su quello dell’attore che lo impersona (invece di ricorrere a protesi e lunghe nonché costose procedure di make-up).

il produttore/distributore indipendente XYZ Films ha invece presentato una serie di trailer di film internazionali tradotti tramite intelligenza artificiale, in particolare con il doppiaggio di TrueSync, tecnologia dell’azienda Flawless con sede a Los Angeles. Sempre a quanto riporta Hollywood Reporter “Flawless e XYZ stanno proponendo la tecnologia come un’opportunità per i film internazionali di successo di produrre a basso costo un doppiaggio in lingua inglese di alta qualità che li renderà più attraenti per il mercato globale”.

Da notare come questi progetti nascano da produzioni indipendenti, quelle che possono trarre maggiori benefici dalle tecnologie AI-based.

Un altro passaggio dell’articolo è significativo. Jim Geduldick, supervisore degli effetti speciali per film come “Pinocchio” di Zemeckis e Avatar: The Last Airbender di Cameron, spiega che i modelli open source sono particolarmente allettanti perché permettono di essere addestrati con i dati interni alle produzioni, evitando problemi legali.

Immagine di copertina tratta dal film “Late Night With the Devil” di Cameron Cairnes e Colin Cairnes.