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Report Variety: IA generativa nell’entertainment, adozione con riserva

Variety ha aggiornato il suo report sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale generativa nell’audiovisivo, focalizzandosi su immagini, video e doppiaggio. Con decine di interviste individuali e centinaia di questionari sottoposti a esponenti del settore e delle aziende coinvolte nello sviluppo di IA, il report fotografa lo stato attuale dell’utilizzo dei modelli fondazionali, le previsioni sulla loro espansione nei vari sotto-settori e le problematiche emergenti.

Le immagini sintetiche stanno diventando uno strumento utilizzato nelle prime fasi del concept, per visualizzare personaggi, ambienti, set, edifici, veicoli, costumi; questo approccio velocizza le ripetute iterazioni necessarie in questa fase tra i vari professionisti coinvolti, dal regista al costumista, dallo scenografo al direttore di produzione. Vi sono problemi legati allo scarso controllo che si ha nella generazione e nel raffinamento delle immagini ma, sostanzialmente, come un artista ha rilevato “Puoi realizzare schizzi su tovaglioli purché comunichi in modo chiaro. L’idea vince sul render.” Ma questa frase può essere interpretata in maniera ambivalente.

Molto utili queste immagini si sono rivelate nello studio e progettazione delle ambientazioni, rivelandosi una sorta di “taccuino per gli schizzi” evoluto, più veloce – ma anche meno preciso – dei software professionali già utilizzati, per esempio nei set virtuali.

La generazione video, seppur ancora in fase di test, si prospetta come la prossima generazione della grafica Computer Generated (CGI). Ancora, i problemi consistenza e inaccuratezza ne fanno uno strumento acerbo ma ricco di potenzialità. Per citarne una, lo “zoom infinito”, con il modello che produce “movimenti della fotocamera estremamente veloci ma realizzati con quella che sembra una pellicola da 8 mm o 16 mm”.

Anche il doppiaggio in più lingue con le voci degli attori originali, unitamente con il lip-synch – è promettente ma per ora viene utilizzato soprattutto per doppiaggi “veloci”, non di alta qualità, magari in lingue di nicchia.

Alcuni risultati dal questionario.

  • Il 79% dei dirigenti del settore Media & Entertainment afferma che la sua azienda sperimenta o utilizza a regime l’IA generativa in vari ambiti.
  • Tra questi concept design per nuovi contenuti, miglioramento effetti visivi, marketing/distribuzione, localizzazione dei contenuti (AI dubbing).
  • La considerazione principale è la performance: 51%. I manager di M&V hanno affermato che la qualità dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale è stata rilevante per la loro decisione di utilizzare l’intelligenza artificiale, seguita dall’efficacia e dall’accuratezza dei contenuti generati (39%).
  • Animatori, artisti VFX e doppiatori sono i ruoli che dovrebbero subire un impatto maggiore dall’adozione dell’IA.
  • I task più influenzati dall’IA generativa dovrebbero essere lo sviluppo concepts, sviluppo di risorse, creazione effetti sonori, completamento di attività relative agli effetti visivi 3D per film, TV o giochi.

Una certa dose di scetticismo sulla tecnologia si desume dal fatto che si pensa che nei prossimi due anni non ci si attende un miglioramento significativo delle capacità dei vari tools AI-based.