Il lancio di Cort-IA, il contest che abbiamo organizzato ha suscitato diverse reazioni negative che, dobbiamo dire, erano messe in conto.
Io e Mateusz da due anni stiamo lavorando sull’esplorazione degli utilizzi degli strumenti e dei modelli di IA nel cinema e nell’audiovisivo. Si badi bene, non solo IA generativa. Mateusz, ha realizzato ormai tre anni fa – prima dell’esplosione dell’hype – un lungometraggio, “Il diario di Sisifo”, come esperimento “estremo” di scrittura di sceneggiatura con un LLM (ne scrive qui). Questo approccio gli ha permesso di capire da un lato i limiti della “scrittura automatizzata” dall’altro di intuire potenzialità sia nella collaborazione essere umano-macchina sia (soprattutto) nell’uso dell’IA in una pletora di attività diverse all’interno del workflow produttivo: post-produzione in primis ma anche, solo per fare qualche esempio, nelle fasi di elaborazione del budget, della pianificazione delle riprese, dell’audience design.
Abbiamo passato questi due anni ascoltando e confrontandoci con gli addetti ai lavori (almeno quelli che hanno accettato il dialogo) per capire le loro esigenze, i loro dubbi, i loro timori. Abbiamo svolto diversi corsi di formazione in cui abbiamo fornito le basi per sfruttare al meglio gli strumenti AI-based, in particolare open come ComfyUI. Mai è mancata una lezione sui problemi legati ai modelli generativi come l’addestramento compiuto con lo “scraping” selvaggio su ogni genere di contenuto (anche sotto copyright), i pregiudizi ereditati da questi contenuti, i rischi per l’occupazione, la sostenibilità ambientale.
Abbiamo fatto molti test e sono stati sviluppati diversi prototipi di tools che ci sono serviti per capire a fondo potenzialità e limiti (al solito…). Abbiamo compreso, tra le altre cose, che modelli più piccoli, magari open source /open weights, da usare in locale o comunque in ambiente “privato” possono essere comunque molto efficienti.
Insomma, abbiamo cercato di rendere onore al termine “laboratorio”.
Essendo poi in contatto con gli ambienti universitari, dove da tempo si lavora – eccome! – sul tema affascinante ma delicato della creatività assistita dalle macchine, abbiamo pensato che potesse essere utile avere un caso di studio serio, documentato, analizzato anche in ambito accademico: caso incentrato sul settore audiovisivo, sulla co-creazione e, più in generale, sui possibili utilizzi dell’IA e del machine learning nella filiera produttiva.
È nato così Cort-IA. La prima, centrale domanda a cui il contest vuole rispondere è: si può scrivere una sceneggiatura in “collaborazione” con un chatbot o un modello LLM? Come avviene questo processo co-creativo? Quali i metodi possibili (siamo centauri o cyborg? Una risposta per Ethan Mollick), quali i passaggi, le difficoltà, le sorprese? Quale il risultato finale? Che insegnamenti trarre da questa collaborazione inedita tra carbonio e silicio? L’IA è una rovina (come disse Charlie Chaplin per l’avvento del sonoro nel cinema)? È la (ri)morte dell’autore (quasi mezzo secolo dopo Barthes)? O c’è un nuovo “auteur” nelle pagine di Cahiers du Cinema?
Va bene, queste ultime domande (con citazioni scontate) sono il massimo della mia vis polemica…
Il lavoro non si fermerà con la proclamazione di una sceneggiatura vincitrice. Cercheremo di utilizzare quanto appreso nel nostro laboratorio anche durante la fase produttiva, per avere un caso di studio completo, utile per dare maggiori informazioni a tutto il settore cinematografico/audiovisivo e per aiutare chi dovrà stilare linee guida per l’utilizzo dell’IA.
Infine alcune precisazioni.
Il contest è organizzato da noi di SophIA (chi scrive, Federico Bo e Mateusz Miroslaw Lis). Rai Cinema Channel è un partner che ha accettato di aiutarci (decisione davvero non scontata di cui non possiamo che essere grati). Come gli altri partner, Rai Cinema Channel non contribuisce economicamente in nessun modo. Potrà, come evidenziato nel regolamento, valutare se acquistare (o meno) il corto realizzato.
Non verranno elargiti premi in denaro, noi di SophIA non percepiamo alcun compenso da nessuna parte in causa. Forniremo assistenza gratuita alla produzione per l’utilizzo degli strumenti AI-based.
Il caso di studio sarà documentato sia con paper accademici che con altri contenuti, sempre pubblici.
Speriamo davvero di poter scoprire modi insoliti, imprevisti, bizzarri, intriganti di scrivere storie che ci aiutino a svelare qualcosa di “altro” su di noi e su quella leggenda che chiamiamo realtà.