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Cort-IA: riflessioni sulla scrittura e sull’uso dell’IA nella narrazione

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Pierluigi Masai è un ricercatore dell’Università di Trieste (bio e link in fondo). In questo articolo sintetizza le basi su cui verterà il progetto di ricerca legato al contest Cort-IA.

Il progetto Cort-IA nasce da due esigenze principali: una di esplorazione e una di sperimentazione. La diffusione dei sistemi di IA generativa procede a ritmi sostenuti e sempre più accelerati. Tali sistemi sono pervasivi e distribuiti capillarmente: ogni persona con un dispositivo digitale può farvi ricorso e molti dei sistemi che vengono adoperati quotidianamente anche solo per fare ricerche implementano elementi di IA. Sempre più aziende, in tutti i settori, dal pubblico al privato, spingono e si impegnano per l’adozione e l’integrazione di sistemi di IA nelle attività lavorative.

Indubbiamente molte di queste adozioni sono guidate da una logica di competizione e di adeguamento a un contesto di progresso imperante, cosa che di per sé non garantisce che l’uso di questi sistemi sia veramente necessario o che comporti benefici. Cionondimeno è incontestabile che i sistemi di IA generativa offrano servizi potenzialmente molto utili, capaci di semplificare e velocizzare molte mansioni. Bisogna parimenti prendere atto che sistemi di IA generativa sono usati largamente, che lo si ammetta o meno, in contesti creativi. Molte sono le riflessioni e le indagini sull’estetica dei prodotti generati con sistemi di IA. È un dibattito aperto, in corso e che chiaramente si offre a diverse critiche. Evidentemente la produzione audiovisiva non può rimanere indifferente all’esistenza di questi sistemi. Il presente progetto vuole quindi esplorare quali opportunità possano offrire i sistemi di IA.

La produzione audiovisiva prevede processi lunghi e complessi. La filiera – dalla pre-produzione, alla post-produzione, alla distribuzione – è molto articolata e chi vi lavora ben conosce le difficoltà che si incontrano nella gestione di un progetto che dall’ideazione alla realizzazione può richiedere anni, il coinvolgimento di centinaia di persone e l’investimento di cifre consistenti con meccanismi non facilmente controllabili. I sistemi di IA possono potenzialmente essere integrati in tutte le fasi della catena produttiva con una logica – è bene sottolinearlo – di affiancamento e non di sostituzione. Il progetto Cort-IA desidera indagare proprio le diverse forme di adozione e integrazione di sistemi di IA a partire dalla fase di scrittura.

È lecito avere delle preoccupazioni e sollevare delle obiezioni alla natura stessa del progetto. Riteniamo tuttavia che siano dovute a una non sufficiente informazione sulla logica del progetto stesso che si lega anche a una riflessione sul funzionamento dei sistemi di IA.

I sistemi di IA non sono propriamente creativi. La creatività emerge sempre dall’interazione con soggetti umani e in ultima analisi sono sempre i soggetti umani a conferire un significato ai contenuti, anche in relazione al contesto in cui sono inseriti.

La scrittura è una pratica complessa che non coincide con la battitura (writing is not typing) e che richiede tipicamente più e più fasi di revisione e di ri-scrittura (writing is re-writing). Nei fatti la scrittura è una forma di elaborazione e ordinamento del pensiero, una pratica che non prescinde dagli strumenti che vengono utilizzati per svolgerla, siano essi diari, blocchi di appunti, fogli di quaderno, fogli di testo su un pc, persone con cui scambiare riflessioni a voce e al limite – ed è questo l’oggetto in discussione – sistemi di IA. I sistemi di IA non sono capaci di scrivere, propriamente parlando; possono piuttosto produrre stringhe ordinate di testo secondo ricorrenze statistiche che ai nostri occhi possono apparire coerenti e ricche di significato. Ma questa attribuzione è una nostra proiezione, non una proprietà intrinseca del sistema. I sistemi di IA devono essere trattati in quanto strumenti tecnologici. Bisogna però anche riconoscere che le attività creative umane avvengono in simbiosi con questi strumenti.

Ogni tecnologia quando introdotta è stata vista con diffidenza. In passato c’è chi ha sollevato obiezioni anche sull’uso della macchina da scrivere o del personal computer giacché avrebbero alterato i processi di scrittura rispetto a quelli più classici e naturali. Chiunque può riconoscere come la possibilità di copiare e incollare o di utilizzare un correttore automatico sui fogli di testo permetta di organizzare, modificare e lavorare su uno scritto in maniera ben più rapida e articolata che su un foglio di carta. È con una logica simile che invitiamo chi ne avrà piacere a partecipare a questo progetto.

Non bisogna immaginare una situazione in cui vengano dati dei comandi a un sistema di IA e ci si limiti poi a prenderne i risultati come sono. Chi ha provato a sperimentare con questi sistemi sa bene come per quanto a prima vista impressionanti i risultati sono anche spesso poveri, convoluti, ripetitivi. Gli usi verosimilmente più ragionevoli nella scrittura consisteranno nella richiesta di spunti per avviare e guidare il lavoro. Chi ha vissuto la difficoltà di trovarsi di fronte a una pagina bianca o allo sforzo di dover rigirare una frase o sintetizzare un paragrafo, può apprezzare l’utilità di un sistema in grado di offrire un ventaglio di opzioni (guidate da una richiesta iniziale) fra cui scegliere o da modificare, passando quindi direttamente a una fase di ri-scrittura. Un’altra opzione valida è quella di sfruttare i sistemi di IA come banco di prova (sounding board) per avere un dialogo interattivo e organizzare meglio i propri pensieri. O ancora, considerando tutte le fasi e le componenti che caratterizzano la scrittura di una sceneggiatura (soggetto, trattamento, elenco delle scene, descrizioni, scrittura dei dialoghi e via dicendo) si può pensare di sfruttare sistemi di IA in maniera selettiva e differente nei singoli casi o solo in alcuni. Se si considera poi che le sceneggiature sono per certi versi testi di lavoro (Pasolini parlava di “struttura che vuol essere altra struttura“) la qualità sperimentale e di progressiva rielaborazione cui queste interazioni aprono emerge con ancor più forza.

L’arguzia, l’intuito, il genio di chi scrive e ha l’idea di raccontare una certa storia non saranno minati dall’introduzione di questi sistemi che non vi si sostituiranno. Come non sostituiranno la capacità di una persona di valutare la rilevanza di un contenuto o di apprezzare le sottigliezze tecniche che danno spessore a una sceneggiatura (una buona struttura in atti, un’attenzione agli archi di trasformazione dei personaggi, simbolismi visivi, un giusto bilanciamento tra esposizione e illustrazione, un’opportuna motivazione delle azioni, la scelta di presentare un elemento per mezzo dell’azione di un personaggio invece che per mezzo del dialogo o viceversa, e via dicendo…). Certamente ci si può aspettare che in un primo momento aumenterà una produzione di contenuti mediocri ma uno sguardo critico riconoscerà immediatamente ciò che ha valore ed è meritevole di attenzione.

Non si può in tutto questo trascurare una riflessione sui costi e sui consumi dei sistemi di IA. È noto che i sistemi proprietari disponibili in rete, utilizzabili gratuitamente o previa sottoscrizione e acquisto di una licenza, hanno consumi energetici importanti. Parimenti si apre una riflessione sulla tutela del diritto d’autore in due direzioni, da un lato per quanto concerne l’addestramento di alcuni sistemi che talvolta viene fatto su contenuti privati (compresi dati di utenti di piattaforme sociali), dall’altro su chi detenga i diritti sul prodotto di un’interazione uomo-macchina nel caso di un sistema proprietario soggetto a licenza. Anche per affrontare questi aspetti è bene indagare in quali forme sia più ragionevole e funzionale adattare e adottare questi sistemi, oltre a sensibilizzare gli utenti ad addestrare i sistemi personalmente, ottimizzandoli in funzione delle proprie necessità e nel rispetto della proprietà intellettuale altrui.

Riteniamo che questo progetto sia un’opportunità anche in una prospettiva di dialogo e riflessione in vista di una regolamentazione dei sistemi di IA. Nello specifico, l’industria audiovisiva si caratterizza per una competizione trasversale con un mercato che è globale. I sistemi di IA stanno portando una ridefinizione dell’industria in maniera non dissimile da quanto hanno fatto l’avvento del digitale e l’introduzione delle piattaforme di streaming che hanno comportato, in maniera anche inattesa, una modifica dell’estetica, delle forme di produzione e delle forme di consumo. Adottare un atteggiamento radicale di totale rifiuto, per quanto motivato da condivisibili preoccupazioni su un impatto negativo sulla qualità dei prodotti o sul mercato lavorativo, sarebbe controproducente. Una gestione oculata richiede una presa di coscienza e un’informazione trasparente.

Siamo convinti che una comprensione approfondita sui modi in cui integrare sistemi di IA in tutta la filiera audiovisiva possa permettere di ottimizzare la gestione dei costi con il beneficio di tutte le maestranze che lavorano nel settore.

Pierluigi Masai è dottorando presso l’Università degli Studi di Trieste dove si occupa di etica e di governance dell’Intelligenza Artificiale. Ha conseguito una laurea magistrale in Fisica e il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” presso la SISSA. Ha studiato regia e sceneggiatura presso l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna e presso la UCLA School of Theater, Film and Television di Los Angeles.

Immagine di Pierluigi Masai – Rielaborazione ChatGPT